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Gianpaolo Pinelli, ingegnere della IDS

Articolo di Fabio Rubero – L’Agricoltore cuneese 08/2023

In un contesto globale sempre più caratterizzato dall’incertezza derivante dal cambiamento climatico in corso, il comparto agricolo deve gioco forza utilizzare tutti gli strumenti che ha a disposizione per ottimizzare le sue risorse e prevenire il più possibile le sue problematiche.
In questo scenario, che continua di anno in anno a mutare, quale ruolo può giocare la tecnologia? Può rappresentare davvero un supporto ed un aiuto concreto per l’agricoltore? Lo abbiamo chiesto a Gianpaolo Pinelli, ingegnere della IDS (Ingegneria dei Sistemi) SpA, azienda pisana leader nel campo delle soluzioni e dei servizi di ingegneria integrati ad alta tecnologia e partner del progetto VI.P., promosso da Confagricoltura Cuneo e altre realtà, finanziato nell’ambito del Psr 2014/2020 della Regione Piemonte, dalla misura 16 – Cooperazione, Operazione 16.1.1 – Costituzione, gestione e operatività dei gruppi operativi dei PEI.

Ingegner Pinelli, quale ruolo può giocare la tecnologia nel settore dell’agricoltura?
“Sicuramente un ruolo di primaria importanza. Con la tecnologia oggi è possibile rilevare informazioni che non sarebbe possibile avere con gli strumenti tradizionali. Dati importantissimi e sino a poco tempo fa non disponibili che, naturalmente, vanno “mixati” insieme a quelli derivanti dagli strumenti tradizionali, come quelli delle previsioni meteorologiche e le valutazioni “umane”, per fornire all’agronomo un quadro maggiormente completo delle colture prese in analisi”.

In quali specifici settori trova migliore applicazione?
“Naturalmente, in questo momento, in quelli delle filiere più pregiate nei quali è possibile sostenere i costi della tecnologia di cui, ovviamente, occorre sempre tenere conto. Per farle alcuni esempi le citerei l’olivicoltura e la viticoltura. Tuttavia, il problema dei costi può essere significativamente ridotto, attraverso la formazione di consorzi che acquistino le attrezzature in modo che il peso economico derivante dalla spesa non gravi soltanto su un’azienda, ma sia suddivisa tra tutte coloro che ne usufruiscono”.

Proprio in ambito vitivinicolo, e su come al suo interno applicare la tecnologia, la sua azienda sta collaborando al progetto V.I.P. nell’azienda Arione di Castiglione Tinella. Di che cosa si tratta?
“Il progetto VI.P. ha come obiettivo quello di applicare le tecniche di agricoltura di precisione nella viticoltura. Si propone di studiare, sviluppare e verificare sperimentalmente l’uso di un sistema di diagnosi, prescrizione e realizzazione degli interventi da effettuarsi sulla viticoltura, applicando il concetto di Agricoltura di Precisione, con l’obiettivo di migliorare la produttività e diminuire le risorse impiegate e con un occhio di riguardo rivolto alla insorgenza delle malattie quali peronospera ed oidio”.

Come si concretizzano in azienda queste attività?
“Le faccio un esempio. Per quanto riguarda la diagnosi delle malattie, vengono utilizzati dei droni su cui sono posizionati dei sensori multi-spettrali che, avvicinandosi molto alla pianta, sono in grado di “vedere” oltre le capacità dell’occhio umano e dunque di acquisire dati preziosi su ogni pianta del vigneto. Ciò consente di intervenire singolarmente laddove necessario e non “in massa” come avveniva precedentemente con un notevole risparmio in termini economici e di sostenibilità ambientale. E questo è solo un aspetto, ma potenzialmente si possono fare tantissime altre cose”.

Quali?
“In generale sono tantissimi i trattamenti che si possono fare in agricoltura di precisione: dalla valutazione dello stress idrico all’utilizzo di fertilizzanti e il concetto alla base è sempre lo stesso: non fare applicazioni “a pioggia”, ma solo laddove necessario. Ma anche il sempre onerosissimo processo della cernita delle uve, per fare un altro esempio. È un campo in piena espansione e le potenzialità sono tantissime”.

E dove si può arrivare?
“Ad avere un sistema completo di diagnosi e prescrizione, attuato mediante un trattore completamente automatizzato che si muove autonomamente all’interno
del campo e che è, da solo, in grado di effettuare su ogni singola pianta il trattamento di cui essa necessita”.

Voli del drone per il progetto VI.P